È abbastanza raro che uno scrittore raggiunga la sua maturità personale e quella, diciamo così, professionale nello stesso momento della vita. Vivere e scrivere, di solito, non vanno molto d’accordo e il problema è che non viaggiano affatto in parallelo. “Ripeness is all” è certamente un verso meraviglioso, ma non sono così sicuro che dica la verità, o almeno una verità valida per tutti.
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“Pia scrive quello che vive con una meravigliosa congruenza di parole cose, il terreno considerato come una pagina e la coltivazione come scrittura e viceversa”.
Emanuele Trevi, Due vite
Francesco M. Cataluccio
Il Giardino di Pia Pera. | Doppiozero |
Ho incontrato la prima volta Pia Pera a Milano, nella sede della Garzanti, dove lavorava, verso la fine degli anni Ottanta. Da come era vestita, e come sorrideva, mi sembrò una simpatica signorina inglese. Ovviamente non glielo dissi, ma, parlando dei comuni interessi per il mondo slavo, mi fece sapere che aveva studiato in Inghilterra.
Continua a leggereSerena Dandini
“Al giardino ancora non l’ho detto”, il nuovo libro di Pia Pera
IL PANE E LE ROSE – È bellissimo e struggente il nuovo libro di Pia Pera, in uscita a gennaio per Ponte alle Grazie. Dopo aver avuto il privilegio di leggerlo in bozze, non resisto alla tentazione di parlarvene
Continua a leggereNicola Gardini
Elegia dell’amore vegetale
Addio a Pia Pera la scrittrice giardiniera
Continua a leggereCristina Palomba
Pia Pera: il ricordo di chi ha lavorato al suo ultimo libro. | Il Libraio |
Dopo la sua prematura scomparsa, Pia Pera, scrittrice con una grande passione per la natura e i giardini, autrice di Al giardino ancora non l’ho detto (Ponte alle Grazie), viene ricordata alla cerimonia del Premio Viareggio 2016. Selezionata nella terna della sezione narrativa, sul palco della Cittadella del Carnevale a ritirare la targa del Premio Giuria Viareggio ci sarà l’editor di questo suo ultimo libro, Cristina Palomba. Anticipiamo qui sotto la sentita testimonianza che verrà letta in occasione della serata di premiazione.
Continua a leggerePaolo Pejrone
Il canto del giardino naturale
Pia Pera è prima di tutto una letterata e poi una giardiniera. Oggi però, dopo così tanti anni dedicati in prima persona alla coltivazione dell’orto e del giardino, potrebbe essere vero anche il contrario. Di certo è uno di quei personaggi, molto più rari di quanto si pensi, che hanno saputo guardare oltre le categorie e le etichette, mescolando con intelligenza e grande capacità professioni e passioni diverse. Senza mai fermarsi al dilettantismo…
Continua a leggerePia Pera
La felicità abita… tra i fili d’erba
Gardenia, Marzo 2008 Lo ha dimostrato Werner Heisenberg, teorico della fisica dei quanti: se osservata, una particella muta linea d’azione. Impossibile scoprire come si comporta quando non la guardiamo. Mi sono sentita tal quale nell’apprendere che Andrew Lawson, habitué del principe Carlo, avrebbe fotografato il mio giardino. Sarebbe rimasto deluso? Temevo l’esame, mi davo della vile. Lawson era atteso in aprile, mese bellissimo, in spaventoso anticipo però…
Continua a leggereLara Ricci
Pia Pera | Enciclopedia delle donne |
Nata a Lucca il 12 marzo 1956 e morta poco più in là – nel suo podere sulle pendici del monte Pisano – sessant’anni dopo, il 26 luglio 2016, Pia Pera è una scrittrice, slavista, traduttrice affermata quando decide di occuparsi di un fondo abbandonato e dare vita al suo capolavoro. Che non è il…
Continua a leggereEmanuela Rosa-Clot
Il nostro comune giardino dall’umile nome di terra
A ottobre, sarebbero stati dieci anni dall’uscita su Gardenia del primo articolo di Pia Pera che, sull’ultima pagina di questa rivista, tutti i mesi ci raccontava le sue esperienze di “Apprendista di felicità”. Ma dal dicembre scorso la malattia degenerativa che l’aveva colpita, la SLA, le impediva di scrivere. Aveva scoperto di essere ammalata nel…
Continua a leggereMichele Serra
Il mio giardino non sa che anch’io posso appassire
Pia Pera raccoglie in un volume i pensieri di una donna che ha dedicato alle sue piante una cura che adesso non può più prestare
Il giardiniere è ammalato. È una malattia grave, invalidante, una lenta discesa verso l’immobilità. Chi si prenderà cura del giardino? Chi provvederà alle mansioni che ogni stagione richiede, come farà il giardino — quel giardino — senza le mani che l’hanno creato, cresciuto, protetto? Come potrà sopravvivere, quel piccolo Eden, alla sparizione del suo Dio?