Pia Pera (Lucca, 12 marzo 1956 – Lucca, 26 luglio 2016) è stata scrittrice di saggistica e narrativa e traduttrice dal russo. Appassionata giardiniera, ha divulgato una idea diversa di giardino attraverso libri, articoli e il sito Ortidipace.
Figlia del giuslavorista Giuseppe Pera e della filosofa Elvira Genzone, ha studiato letteratura russa a Londra, dove è stata allieva di Isabel de Madariaga. Trasferitasi a Milano, ha tradotto, fra gli altri, Evgenij Onegin di Puškin (Marsilio 2005), Un eroe del nostro tempo di Lermontov (Frassinelli 1996), Tre racconti di Čechov (Voland 2011), La vita dell’Arciprete Avvakum (Adelphi 1986). Negli anni milanesi esordisce nella narrativa con il libro di racconti La bellezza dell’asino (Marsilio 1992) e il romanzo Il diario di Lo (Marsilio 1995). Del 2000 è il saggio L’arcipelago di Longo Maï. Un esperimento di vita comunitaria (Baldini&Castoldi) che segna una svolta: in cerca di una diversa dimensione del vivere, Pia Pera si trasferisce nel podere di famiglia in Lucchesia dove matura una filosofia del giardino che sarà al centro della sua produzione letteraria successiva: nel 2003 esce per Ponte alle Grazie L’orto di un perdigiorno. Seguono Il giardino che vorrei (Electa 2006, Ponte alle Grazie 2015), Contro il giardino, scritto con il paesaggista Antonio Perazzi (Ponte alle Grazie 2007). Giardino & Ortoterapia (Salani 2010, ripubblicato ampliato come Le virtù dell’orto, Ponte alle Grazie 2016), Le vie dell’orto (Terre di mezzo 2011).
Nel 2006 fonda il portale www.ortidipace.org, con Gianfranco Zavalloni e Nadia Nicoletti, dedicato alla creazione di giardini di comunità, dalle scuole ai luoghi della cura, e inizia a scrivere per la rivista Gardenia, alla quale collaborerà fino alla fine. Le sue rubriche sono raccolte nel libro Apprendista di felicità (Ponte alle Grazie 2019).
Ha scritto di natura e giardino anche su Il Giornale, Internazionale, Diario, sulla Domenica del Sole 24 Ore, che ha pubblicato i suoi articoli nel libro Verdeggiando (2020). Ha fatto parte della giuria del premio “Il monito del giardino”. Le è stata intitolata una camelia, Camellia ‘Pia Pera’ creata da Andrea Antongiovanni nel vivaio Rododendron a Pieve di Compito: un esemplare cresce nell’Orto Botanico di Lucca.
Nel 2007 scrive per Gianna Nannini i testi del concept album Pia come la canto io, basato sulla figura di Pia dei Tolomei, personaggio storico citato da Dante nel Purgatorio.
Nel 2009 è il primo presidente della Fondazione Giuseppe Pera, dedicata alla figura di suo padre.
Nel 2012 scopre di essere malata di sclerosi laterale amiotrofica, muore quattro anni dopo. Il racconto dell’attesa della morte è al centro del suo capolavoro, Al giardino ancora non l’ho detto (Ponte alle Grazie 2016), finalista al premio Viareggio e vincitore del premio Rapallo. La sua vita è narrata nel romanzo Due Vite di Emanuele Trevi (Neri Pozza 2021) vincitore del premio Strega 2021.