Alias, Il Manifesto 10 Aprile 2016 Al giardino ancora non l’ho detto di Pia Pera (Ponte alle Grazie, pp.216, euro 15,00) è un finale di partita, la cronaca di una malattia inesorabile, l’ultima immagine del mondo elaborata da un essere vivente che sente arrivare la fine. L’unica forma possibile del libro era quella del diario…
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“Pia scrive quello che vive con una meravigliosa congruenza di parole cose, il terreno considerato come una pagina e la coltivazione come scrittura e viceversa”.
Emanuele Trevi, Due vite
Emanuele Trevi
Nei sessant’anni della sua vita intensa
Nei sessant’anni della sua vita libera e intensa, Pia Pera ha esercitato un numero notevole di talenti, sempre tuffandosi senza risparmio nel nuovo esperimento, sempre facendo le cose nell’unica maniera in cui vale la pena di farle: come se fossero le ultime che facciamo.
Continua a leggereStefano Velotti
Intorno a Pia
Credo che il breve testo scritto da Pia Pera per questo catalogo sia stato il suo ultimo. L’ho ricevuto per email meno di due settimane prima chemorisse, con questa avvertenza: “ho abbozzato questa cosa che ti mando, non so se poi la cambierò un po’ ma l’idea di base credo resterà quella”. Il testo consiste in una citazione dai diari di Tolstoj, in cui si contrappongono due modi di esperire la natura: il primo come un oggetto, un panorama distante da ammirare, l’altro come “un infinito e bellissimo intero” di cui sentirsi parte.
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