Coltivare verdura e frutta sul balcone, sul davanzale o in piena terra, e difendere il proprio diritto alla semplicità.
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PIA PERA | ANTONIO PERAZZI
Contro il giardino
Dalla parte delle piante
Cosa vuol dire essere dalla parte delle piante ma contro il giardino? Sulla scia di un senso di saturazione di fronte a spazi verdi sopraffatti dal design e dal mercato, dove le piante vengono trattate come oggetti, violate nei loro tempi e modi di crescita, piegate alle mode col loro ordine effimero, una scrittrice e un paesaggista iniziano uno scambio epistolare…
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Al giardino ancora non l’ho detto
“Pia Pera ritaglia dai bordi della malattia – sua, ma anche dell’essere umano in quanto tale – una terra di luce e libertà.”
– Chiara Gamberale
«Per molti versi, avrei preferito non dover pubblicare questo libro, che non esisterebbe se una delle mie scrittrici preferite – non posso nemmeno incominciare a spiegare l’importanza che ha avuto nella mia vita, professionale ma soprattutto…
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Apprendista di felicità
Una vita in giardino
Dal 2006 al 2016, Pia Pera ha tenuto una rubrica per “Gardenia”, la più importante rivista italiana sui giardini. Era ospitata nell’ultima pagina e portava il titolo di «Apprendista di felicità»: raccontava incontri, riflessioni, esperienze ed emozioni in giardino. Questa rubrica – seguitissima dai lettori che cominciavano a sfogliare il giornale dal fondo – discendeva dal suo primo libro sul giardino, L’orto di un perdigiorno, che aveva dato appunto avvio all’apprendistato di questa ortolana improvvisata: Pia Pera aveva lasciato l’inquietudine della metropoli per rifugiarsi nel podere di famiglia e costruire dal nulla il Suo giardino, coltivare sé stessa, riempire la dispensa di ortaggi e serenità…
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Diario di Lo
Ci sono personaggi, nei romanzi, che non parlano mai, sono raccontati da altri, visti dall’esterno. Succede a tutti di avere il desiderio di sentirne la voce per poter afferrare la storia anche dal loro punto di vista. Così è successo a Pia Pera che, agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, quando era una promessa della letteratura italiana, ha tirato fuori dalle pagine di un capolavoro amatissimo la coprotagonista, la Lolita di Nabokov raccontata da Humbert Humbert, e l’ha messa sulla scena del suo primo, e unico, romanzo, facendola parlare in prima persona, mostrandoci la sua versione dei fatti…
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La bellezza dell’asino
E altri racconti
Lo stato di natura ha sempre abitato tra le pagine di Pia Pera: è il luogo in cui ci si mette a nudo e ci si muove con dolce disinvoltura, dove il desiderio fa sentire con forza il suo richiamo e dunque gli esseri umani, ricomponendo la frattura tra l‘essere e l’apparire, sono in contatto profondo con la vita.
In tarda età Pia Pera ha sperimentato questo sentimento di unione tra le piante, che fossero quelle del suo giardino o di un parco, di un bosco o di una siepe cittadina.
PIA PERA
La virtù dell’orto
Coltivando la terra si coltiva anche la felicità
Due passi in giardino, cesoie alla cintola. Qui un rametto da potare, là un pomodoro da legare. Sugo di more di gelso mature, velluto di pesche e albicocche, un profumo inebriante. Se l’umore del risveglio era nuvoloso, uscire di casa e immergersi in un corpo a corpo con la natura non può che aiutarci a uscire da noi stessi, da quel crampo mentale notturno che ci aveva lasciati intorpiditi, fiacchi svogliati depressi. Fuori, un mondo intero che ha bisogno delle nostre cure e dei nostri gesti ci attende: un terreno incolto in cui lanciare manciate di semi, un davanzale dove stanno allineati bei vasi di coccio, una siepe dove ospitare uccelli o un orto da cui farsi nutrire.
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Il giardino che vorrei
«Il giardino che vorrei mi sarebbe piaciuto leggerlo all’inizio, quando ho avuto a mia disposizione un podere: ero piena d’amore e d’entusiasmo, ma le mie idee erano quanto mai vaghe. Adesso sarei pronta a ricominciare da capo, non fosse che – nel frattempo – mi sono affezionata al mio, seppure imperfetto, giardino». Così Pia Pera racconta cosa l’ha spinta a scrivere queste pagine: accompagnare chi intraprende l’avventura con la terra considerando nove scenari possibili: acqua, sole, ombra, mare, pianura, collina, montagna, città e orto.
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L’orto di un perdigiorno
Confessioni di un apprendista ortolano
Cosa si può imparare coltivando ortaggi e curando un giardino sulle pendici del Monte Pisano? Molte cose, dice questo libro in cui Pia Pera racconta i suoi tentativi di padroneggiare l’arte di coltivare il proprio cibo e realizzare una condizione di felicità fondata sul rispetto della natura e la riduzione al minimo dello sfruttamento dell’ambiente. Ironico e lirico, “L’orto di un perdigiorno” è la storia dell’abbandono della vita contadina e del difficile rapporto con la natura: l’apprendistato, in cui l’orto stesso figura come taciturno ed esigente maestro, si conclude con la conoscenza di due realtà, la propria e quella della terra.
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Verdeggiando
Male erbe e altre delizie
Nel 2008 Pia Pera (1956-2016) esordisce sulla Domenica del Sole 24 Ore con un articolo in difesa delle erbacce.
Nasce così la rubrica Verdeggiando, qui raccolta integralmente.
A partire da libri, luoghi, persone che incontra, Pia Pera parla di giardini, ma soprattutto di molto altro.
I suoi articoli sono piccoli saggi in difesa della libertà, apologhi della spontaneità, gioiose celebrazioni dell’intelligenza vegetale e umana.
Il lettore che non la conosce la scoprirà in una veste non minore e chi la conosce non finirà di sorprendersi.